viernes, 23 de noviembre de 2007

INTERVISTA ESCLUSIVA CON IL MEDICO E GIORNALISTA CLAUDIO ZIN

"Ricordo la mia terra in un modo quasi idealizzato"
La storia di questo medico specializzato in nefrologia e giornalista di radio e tv, di origini trentine; figlio di Lina Deromedis e Pietro Zin. L`arrivo a l`Argentina, il ritorno a la sua terr di originea, i sogni, il suo rapporto con la comunità italiana del nostro paese. Infine, l`ADN di un personaggio per conoscere.
1.Come ricorda la terra dove è nato?
Con tantíssimo affetto in un modo quasi idealizzato. Questo lo dico perché la mia famiglia, i miei fratelli abitano lí e la realtà è un po` diversa rispetto ai miei ricordi. Ma quelle montagne, l` aria pura delle Alpi Dolomiti. Signori, Bolzano è unica, un` incredibile combinazione tra lo spirito italiano e l` ordine tedesco.
2.I primi tempi in argentina come sono stati per lei e la sua famiglia?
Difficile per il fatto di sentirci sradicati, soprattutto per mia madre (ormai scomparsa). Io e mio fratello Rudy eravamo ancora piccoli, dunque, l` adattamento è stato piu` facile per noi due. D` altra parte, ormai avevamo i nostri zii e zie radicati in Argentina perciò non ci sentivamo tanto soli. Poco tempo dopo abbiamo cominciato ad assistere alle associazioni italiane, circoli trentini, bellunesi. ecc. Non abbiamo mai perso il rapporto con l`Italia. Nel 1960 siamo tornati in Italia (Milano – via Wide 19/ 5) ci siamo rimasti un anno e di nuovo a Buenos Aires.
3.Com`è conformata la sua faniglia di origine e l`attuale.
Il mio padre, la mamma e tre fratelli. L` attuale: mia moglie, psicanalista, Hernán mio figlio piu` grande, scrittore e giornalista di successo in Europa dove abita. Julieta, avvocato, Federico, ragioniere, Lucia, studente.
4.Mi incuriosisce chiederle quali sono state le esperienze più significative che hanno tracciato il suo percorso interiore e profesioanle e che lo hanno portato a fare certe scelte.
La nascita dei miei figli, la morte dei miei genitori e la voglia di tornare in Italia.
5.Qual e` il suo rapporto con la comunità italiana stabilita in Argentina?
Oggi, stupendo. Sono tenuto in considerazione, mi fanno sentire undirigente qualificato. Tutto questo mi fa sentire bene, è esattamente ciò che voglio. Anche mi piacerebbe che accettassero il fatto che c` è una nuova tappa davanti a noi, che significa un passo avanti del associazionismo, altrimenti in Italia continueranno a pensare che andiamo avanti SOLTANTO con la canzonetta, i Santi e la pasta. Non è così, questa collettività e spiccatamente qualificata e puo` offrire alla penisola i leader necessari per trasformare il volto politico dell` Italia.
6.Com`è cambiato, secondo lei, negli ultimi anni il mondo degli italiani all`estero?
Siamo piu` organizzati, piu consapevoli dell` importanza che ci conferisce l` essere italiani non soltando come portatori di passaporto che ricordano la patria lontana.
7.Cosa pensa del giornalismo italiano specializzatto in Argentina?
È molto buono, variato e responsabile. Mi piacerebbe che contasse con una piu` forte diffusione. Sono tanti gli italiani che non ne sanno nulla di ciò che succede dentro la comunità.
8.Nella sua pratica come giornalista e medico, quali sono state le figure che l`hanno particolarmente colpito?
Madre Teresa di Calcutta. I miei maestri di medicina, Sagan. Mio padre. Mio figlio Hernán.
9.Il giornalista descrive i fatti, il medico, è una sorta di avvocato difensore del paziente; cos`hanno in comune queste professioni apparentemente così diverse?
Dove assolutamente non si toccano?La mia attività come giornalista è la diffusione di argomenti relativi alla salute su giornali, quotidiani, TV e radio. Poche settimane fa ho presentato il mio libro LO QUE HAY QUE SABER PARA NO ENFERMAR (Ciò che deve sapere per non ammalare" ) e gia` si trova tra in 10 libri piu` venduti . La gente ha bisogno di informazione medica per prendere decisioni ed io la offro. Informazione e non consigli. Che siano le persone a decidere ciò che ritengono piu` adeguato per se stessi. È proprio questa la differenza con altri medici che si presentano nei mass media, io informo, gli altri consigliano.
10.Qual`e il suo sogno Zin
Diventare parlamentare a Roma e aiutare la comunità a conseguire tutto ciò che a loro manca, TUTTO, il resto dei sogni li ho gia` raggiunti
per Lic. Román Luna Marossero (Codigo Italia-www.italiaenamerica.com)

viernes, 2 de noviembre de 2007

jueves, 1 de noviembre de 2007

ROSARIO. XXIII ENCUENTRO Y FIESTA DE COLECTIVIDADES

Danzas, música y comidas típicas inundarán el Parque a la Bandera, del 9 al 18 de noviembre.

Jairo, Raúl Lavié y Los Carabajal serán algunas de las figuras que pasarán por el XXIII Encuentro y Fiesta Nacional de Colectividades, que entre el 9 y el 18 de noviembre se realizará en Rosario, a la vera del río Paraná.
Cada año, en el Parque Nacional a la Bandera, más de un millón de personas pasean entre los stands que albergan a medio centenar de colectividades de los cinco continentes. El escenario mayor tendrá actividad todas las noches y por él también desfilarán las representaciones artísticas y culturales de las distintas colectividades.
Un espectáculo multimedia marcará la apertura de la fiesta y el 10, Los Carabajal, Los Khorus, el Ballet Municipal de Danzas Argentinas y María Elena Sosa festejarán junto al público el Día de la Tradición. Como para el resto de los shows, la entrada será libre y gratuita.
El 14 llegará el tango desde la voz de Raúl Lavié y el 16, cantará Jairo. El 18 se elegirá, entre 30 candidatas, a la reina de las colectividades, que será recibida con un espectacular show de fuegos artificiales, el cual, a su vez, marcará el cierre del encuentro.
CON SELLO NACIONAL El stand argentino, a cargo de la Secretaría de Cultura rosarina, volverá a dar amplia cabida a las expresiones de pueblos originarios, varios de ellos incluso con carpa propia (collas, tobas y mocovíes).
También se habilitarán 110 metros de mesada para la exposición y venta de artesanías de Rosario, Salta y Jujuy, entre otras regiones de la Argentina.
Durante diez noches consecutivas, las distintas colectividades recrearán costumbres, bailes, danzas y gastronomía de los pueblos originarios de América y de otras regiones del mundo desde donde vinieron nuestros ancestros.
El mismo patrimonio cultural y urbanístico que los visitantes pueden admirar cuando recorren Rosario tiene orígenes lejanos en el espacio y muchas veces historias milenarias. La génesis de la ciudad está en aquellos inmigrantes que fueron llegando desde mediados del siglo XIX. Y Rosario lo ratifica con esta gran fiesta, año a año, desde 1985.
La Municipalidad de Rosario, el Ente Turístico Rosario y la Asociación de Colectividades Extranjeras rosarina tienen a su cargo la organización de este encuentro que ha sido declarado fiesta nacional por la Secretaría de Turismo de la Presidencia y de interés provincial por la Subsecretaría de Turismo de de Santa Fe.